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domenica 26 novembre 2017

Ritrovata a Grottaglie la splendida Croce in argento del '500

di Rosario Quaranta
La grande Croce argentea 
di Grottaglie (1520 circa). 
Il Crocifisso tra la Vergine Santa 
(a destra) e S. Giovanni Evangelista (a sin.)
foto Giovanni Quaranta

Risalente ai primi anni del 1500 faceva parte dell'altare delle chiesa Madre
Definita già nei documenti antichi “bellissima” e “de notevole artificio”, è da considerarsi una preziosa e notevole testimonianza di arte argentaria  del territorio pugliese
La presentazione nella Chiesa Madre di Grottaglie domenica 3 dicembre 2017 alle ore 19.00   con relazione di Rosario Quaranta e intervento all’organo rinascimentale
del maestro Nunzio Dello Iacovo
Dopo il recente restauro dell’antichissimo organo rinascimentale (il più antico di Puglia e uno dei più antichi d’Italia) e dopo la ricollocazione nell’abside della Chiesa Madre della grande tela seicentesca dell’Annunciazione, sottratta con un’accorta operazione di recupero e restauro a un progressivo deterioramento, Grottaglie “ritrova” un altro importante pezzo della propria storia e della propria cultura: si tratta della grande croce d’altare d’argento, fatta realizzare per la Chiesa Madre grottagliese nei primi decenni del Cinquecento dall’arciprete Francesco Antonio Sammarco e ritenuta dispersa dopo i lavori condotti negli anni Sessanta del secolo scorso.
La ricomparsa di questa preziosa croce conferma ed estende nel tempo l’importanza già evidenziata dalla Collegiata grottagliese all’interno dell’arte argentaria grazie al pregevole ostensorio quattrocentesco di Francesco Caputo (di cui si sono occupati storici e critici) e alle artistiche statue d’argento della Madonna della Mutata (1777)  e di San Francesco de Geronimo (1894).
Si tratta di una grande croce con anima di legno (cm 155x60) rivestita di lamine argentee artisticamente lavorate.

La grande Croce argentea di Grottaglie (1520 circa). 
Il Crocifisso tra la Vergine Santa (a destra) 
e S. Giovanni Evangelista (a sin.)
foto Giovanni Quaranta
Una sua precisa descrizione viene fatta in un documento del 1557, conservato nell’archivio capitolare, di tutti gli oggetti d’oro e d’argento della propria chiesa: una croce con l’anima in legno e con spuntone in ferro battuto inserito in una base lignea, ricoperta di piastre d’argento lavorato a fogliame indorato. Sulla sua parte anteriore, al centro, mostra Gesù Crocifisso con capelli, barba e panno intorno indorato, con corona di spine e diadema d’argento in testa; nel riquadro sopra la sua testa l’iscrizione J.N.R.J.  All’estremità destra S. Giovanni, all’angolo sinistro ugualmente, la Madonna. Nella zona superiore  un pellicano col becco dorato che sta in un nido con cinque pulcini indorati. Nella zona inferiore la Maddalena con la sua lunga capigliatura indorata e con le mani che sembrano di bronzo. Sulla parte opposta della croce la Madonna in trono con veste, copricapo, camicia, collare e cintura indorati, con nostro Signore in braccio.  Ai quattro angoli i quattro Evangelisti con accanto i quattro animali che li simboleggiano e con le mani sui libri aperti, con veste, capelli e barbe indorati. Una croce ornata tutt’intorno con cinquantacinque “ballotte” d’argento poste in quattro fogliette pure d’argento; sette di queste palle sono più grandi delle altre.
Alla descrizione si aggiunge anche un giudizio estetico sulle figure che “sono bellissime de relevo”; insomma un’opera “de notabile artificio”.
In una successiva descrizione, fatta nella visita pastorale di Mons. Lelio Brancaccio nel 1577, leggiamo anche  che “il pomo della stessa croce è di bronzo in quattro parti, delle quali due sono esagonali, cioè quelle medie; quelle estreme sono rotonde con propria cupola. Nelle due superiori sono scolpite dodici immagini degli Apostoli e tutto il pomo è dorato, e nello stesso pomo sono collegate le insegne della casa e della famiglia de Sammarco con le lettere cioè: D. Franciscus Antonius Sammarcus Archipresbyter”.


La croce è inserita in una grande base lignea coeva, intagliata e dorata, con i tre piedi a zampe leonine, esprimente al centro lo stemma del Capitolo. Appare comunque evidente che l’opera ha subito nel tempo diversi interventi di rifacimento e di integrazione. La sua datazione, sulla scorta di documentazione d’archivio, si può ragionevolmente fissare attorno al 1520.  
 “Abbiamo ritenuto opportuno – dice con un pizzico di emozione e di soddisfazione D. Eligio Grimaldi, parroco della Chiesa Madre grottagliese  -  condividere con la nostra comunità, ma anche con gli amanti dell’arte  e con gli studiosi, l’importanza del ritrovamento di questo prezioso cimelio di indubbio valore religioso, storico e artistico dedicando allo scopo una serata culturale che contribuirà a conoscere e valorizzare ancor di più i tesori del nostro territorio. Un ritrovamento che provvidenzialmente si aggiunge ai tanti e notevoli elementi artistici della nostra Collegiata”.
Sarà così possibile ammirare da vicino questa vera e propria opera d’arte nel corso della manifestazione di domenica 3 dicembre, alle ore 19.00,  nella Collegiata di Grottaglie. Ad introdurre sarà lo stesso D. Eligio, cui seguirà la relazione del prof. Rosario Quaranta (Una Croce “bellissima” e  de notevole artificio”) al quale appunto è toccata la ventura di “ritrovare” la croce che giaceva dimenticata in un oscuro deposito della Chiesa Madre e di rintracciare anche l’interessante documentazione storica relativa.
Per l’occasione il maestro Nunzio Dello Iacovo farà risuonare la voce dell’organo rinascimentale con un intermezzo musicale che prevede brani di D. Buxtehude (Preludio e fuga in sol magg. BuxWV 162),  J. S. Bach (Finale (Toccata) da Pastorella BWV 590), E. Buondonno  (Pastorale su motivi tradizionali napoletani).
Appuntamento, perciò, da non perdere domenica 3 dicembre 2017 alle ore 19.00, nella chiesa madre collegiata Maria SS.ma Annunziata sita in piazza Regina Margherita a Grottaglie.


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