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giovedì 29 dicembre 2011

Wounded Knee: per non dimenticare


Il 29 dicembre 1890 veniva perpretato l'ultimo proditorio attacco agli Indiani d'America: il massacro di Wounded Knee.Questo massacro rappresenta l’atto conclusivo delle guerre contro gli indiani delle pianure e che porterà il numero della popolazione dei nativi stimata al momento della traversata colombiana in circa un milione, a solo 350.000.Per ricordare questo sterminio, mi è venuta in mente un brano scritto dall'indimenticabile Fabrizio De Andrè e che ricorda un altro massacro indiano, quello del fiume Sand Creek avvenuto il 29 novembre 1864 e che
ill Regista Ralph Nelson col film Soldato blu, 1970 raccontò in maniera lucidamente cruenta e reale.




2 commenti:

  1. I PARTE

    Nell'estate del 1864 il governo americano ordinò che tutte le tribù si radunassero in uno stesso luogo, presso un forte dell'esercito, Fort Lyon, nel Colorado. Gli Indiani non ubbidirono. Perciò il colonnello Chivington organizzò il terzo Reggimento dei volontari del Colorado, uomini della peggior specie reclutati per cento giorni soltanto, col compito di massacrare quanti più Indiani possibile, rifacendosi ad un proclama del 1854 del governatore di quello Stato, Evans, che esortava la popolazione a cacciare ed eliminare il numero maggiore di Nativi.

    Questo tragico e vergognoso avvenimento e' stato trasformato in poesia e in suoni da quel magnifico poeta che e' stato Fabrizio De Andre':

    "Si sono presi il nostro cuore sotto una coperta scura
    sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
    fu un generale di vent'anni
    occhi turchini e giacca uguale
    fu un generale di vent'anni
    figlio di un temporale......

    ........Quando il sole alzò la testa oltre le spalle della notte
    c'eran solo cani e fumo e tende capovolte
    tirai una freccia in cielo
    per farlo respirare
    tirai una freccia al vento
    per farlo sanguinare,
    la terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek"....

    Uno degli episodi più brutali della storia del West, il massacro di 150 indiani sulla sponda del Sand Creek, ha fatto scattare con 136 anni di ritardo le scuse del Congresso. Sul luogo della strage, avvenuta il 29 novembre 1864 lungo un torrente del Colorado, sarà posta una lapide per ricordare i Cheyenne e Arapaho, in gran parte donne e bambini, massacrati da un migliaio di "giacche blu" del colonnello John Chivington.

    Come rievoca una sequenza memorabile del film di Arthur Penn "Piccolo grande uomo", i soldati circondarono all'alba un accampamento pellerossa aprendo improvvisamente il fuoco. Il Congresso ha approvato una legge per trasformare in un sito storico il luogo del massacro, 250 km a sud-est di Denver. La legge era stata presentata da Ben Cavallo Notturno Campbell, l'unico senatore pellerossa della storia Usa, discendente delle vittime del massacro.

    Nel 1865, le testimonianze della strage portarono il Congresso ad aprire una inchiesta. Ma i colpevoli non furono mai puniti, la strage non venne mai ufficialmente condannata. L'episodio innescò dodici anni di Guerre Indiane sfociate poi nella uccisione di George Custer a Little Big Horn.

    Una città situata vicino al luogo della carneficina sul Sand Creek reca ancora oggi il nome del colonnello Chivington. Non vi è invece alcuna menzione delle vittime del massacro.

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  2. II PARTE

    Caro il mio Fabrizio,
    cantante popolare, ma non è per tutti. Una persona può ascoltare Khorakanè, la stupenda canzone che parla dei Rom, e giudicarla una stupenda canzone, ma poi nel significato della canzone c'è qualcosa che ci infastidisce. Ci si dimentica in un secondo la dimensione "romantica" dello zingaro pensando agli zingari che vediamo nelle nostre città arroccate in baraccopoli. De Andrè era oltre. Preferiva un ladro ad un banchiere e non è semplice arrivare a questa visione da cittadino del nostro tempo. Sono troppi i pregiudizi di cui ci tocca spogliarci. Fabrizio è nato senza probabilmente. L'uomo che diceva "Per me Genova ha la faccia di tutti i poveri cristi che ho incontrato nei carruggi". Lui che era parte della Genova bene, lui che ha lasciato gli studi e il lavoro che il padre avrebbe voluto per lui, per scrivere canzoni. Per scrivere per quelle persone che erano dimenticate dalla società. Generalmente le persone in giovane età si sentono rivoluzionarie, aderiscono a idee libertarie, poi col passare dei tempi si "ammortizzano" sulla società. La rivoluzione? Oggi no domani non so, ma dopodomani sicuramente!!!
    De Andrè col passare del tempo si è sempre piu' radicato su questa posizione di cantore degli ultimi.

    Oggi, a distanza di tanti anni dalla tua morte, posso soltanto dirti: Grazie!

    Voltaire

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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis

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Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
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Pierpaolo Pasolini
scrittore
ammazzato nel novembre del 1975

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