"A Grottaglie non c'è una pianificazione urbanistica, c'è spappolamento, c'è esigenza di far girare le idee, accettando le differenze e quindi ritrovare i punti in comune," questo in estrema sintesi il succo di ciò che
Giuseppe Vinci ha detto nel suo intervento introduttivo, nella serata dedicata al Centro storico di Grottaglie, dove l'ospite d'onore è stato il
prof Luigi Cervellati, che oltre 10 anni fa, su commissione dell'allora Sindaco della Città delle Ceramiche, lo stesso Giuseppe Vinci, realizzò, (a sotto costo come ha tenuto a sottolineare il Vinci), un piano di recupero del Centro storico. Il Piano Cervellati come è noto è rimasto nei cassetti del Palazzo, rispolverato per alcuni punti, ma niente di eclatante, tanto che dopo più di dieci anni, il prof. Cervellati, urbanista di chiara fama, torna nella nostra città ( sarà sicuramente cover story di Livù. ndr), sicuramente per supportare il progetto "vinciano":
"Grottaglie Città futura." Lo stesso Cervellati non ha potuto che rilevare un centro storico sporco, maltenuto, soffocato dalle auto e a macchia di leopardo, ovvero laddove il privato benestante è intervenuto ha rimesso su il rudere in abbandono, trasformandolo in un piccolo scrigno, mentre tutt'intorno prosperano erbacce che invadono stabili abbandonati, colombi che infestano i terrazzi e gli anfratti di luoghi abbandonati,
'nchiosce divenute ormai luoghi privati, dove indisturbati albergano auto parcheggiate, dissuasori semi amovibili lucchettati a protezione di suolo pubblico che pubblico non è più.
Questo è attualmente il Centro storico grottagliese, e come qualcuno ha detto provocatoriamente ma non troppo, negli interessanti interventi che sono seguiti alla altrettanto interessante relazione del prof Cervellati,
"scordiamocelo che il centro storico di Grottaglie diventi come quello di Martina, Cisternino, Locorotondo, il nostro cento è un'altra cosa."Il centro storico di Grottaglie ha un cancro invisibile ma non troppo che lo sta divorando dal sottoterra, il salamastro, ciò è dovuto alle fondamenta delle abitazioni in tufo e le strade e i vicoli tenute in modo pessimo, sotto le quali corrono vecchie e malsane fognature, se così si possono chiamare, fatte anch' esse in tufo poroso e quando piove oltre ai liquami, vi sgorgano le acque metoriche che scendono dal monte come tanti fiumiciattoli che si sperdono nelle fondamenta delle case, ecco che tutto o quasi il centro storico è zuppo di liquami e acqua piovana e gli abitanti e i proprietari degli immobili combattono da sempre una battaglia senza fine contro il salamastro, una vera guerra che non finirà mai.
Nell'incontro di ieri sera si è parlato di Città ciambella, ovvero quelle città con il centro storico svuotato e poi tutt'intorno fino all'estrema periferia uno sviluppo selvaggio dell'urbanistica, il famoso spappolamento, bene! il moderatore della serata, fatto venire da Telenorba, (niente poco di meno che! ndr), nel dare l'assist all'intervento del vicesindaco, Francesco Donatelli, paradossalmente si riferisce alla Città ciambella, inutile dire che nell'uditorio c'è stato un brusio eloquente e molti ci siamo guardati negli occhi, e dietro i capelli abbiamo pensato: "Donatelli è la persona giusta chiamata a parlare di Città ciambella, Grottaglie ne è un "fulgido" esempio di urbanizzazione selvaggia rinveniente da un'altrettanta lottizzazione sempre selvaggia, vero esempio di Città ciambella"
Insomma una serata che non si può dire non riuscita, un pubblico composto nella maggior parte da tecnici e addetti ai lavori, tutti rigorosamente in silenzio, hanno aperto bocca un paio di addetti ai lavori per presentare inutili power point ( non a caso il prof Cervellati ha detto che l'urbanista non la si fa con i power point, lo si fa con i piedi e con il cervello, ovvero le gambe per scarpinare e conoscere il territorio e il cervello per le idee da mettere sulla carta), a cui si sono aggiunti molti proprietari di immobili che si sono portati nell'Auditorium di Via Messapia del Credito cooperativo, numerosi con nel cuore la speranza che Cervellati esprimesse delle ricette sul nostro centro storico che andassero al di là del Piano stesso.
Alla fine tutti o quasi delusi, il prof ha detto che il Piano si può anche buttare, perché un piano del genere non si tiene in un cassetto, lo si comincia a porre in essere, anche con il cominciare a buttare fuori tutte le auto dal centro storico, quindi inibirlo al traffico veicolare, curarne la pulizia in tutti i sensi, indurre i proprietari degli immobili abbandonati a fare la manutenzione ordinaria tesa all'igiene e all'incolumità pubblica.
Stop all'urbanizzazione selvaggia onde evitare la lievitazione della ciambella, insomma agevolare l'intervento all'esistente e basta, trasformare le città in giardino, imporre il verde nella progettualità, tutto questo finalizzato a benessere collettivo al quale - ha detto Cervellati - non si bada più. Diventando tutti proprietari di case, nella maggior parte brutte, non c'è più memoria di quello che siamo stati. Il bene comune non esiste più e quindi non possiamo più usufruirne e quindi non esiste più lo spirito di appartenenza. L'urbanistica è diventata ormai un patto finanziario grazie al proliferare dei mutui e quindi le città si allargano a dismisura e paradossalmente destinate a diventare città senza futuro, senza cultura e senza convivenza civile.
Ci sarebbe tanto altro da aggiungere, ma secondo me basta avanza quanto già scritto e di certo v'è solo un dettaglio che quello che ha detto Cervellati può anche interessare ma non convincere tant'è vero che stasera in Consiglio si approverà un ennesimo piano di lottizzazione, alla faccia della Città ciambella.
Quindi la visita del grande urbanista, definito blasfemamente, quasi Dio, da Vinci, si è fatto solo una passeggiata per promuovere lo start app della campagna elettorale di un qualcosa che si chiamerà "Grottaglie città futura" dove per l'ennesima volta il grottagliese promuoverà l
u furastiero contro l'indigeno che se si proporrà al giudizio elettorale lo farà in modo svogliato, e si convertirà inesorabilmente al
"tanto chi me lo fa fare" il nemico numero uno che attanaglia la politica seria degli onesti, come ha avuto a dire il sen.
Leoluca Orlando, quando insieme abbiamo percorso il brindisino nella passata campagna elettorale.
ps: Da questo post mi aspetto commenti seri, competenti ed anche contraddittori al mio scritto. Bene o male purché ne parliamo. GRAZIE!
Cordialmente Lilli Ch. D'Amicis